Maggio Calatino, I Edizione 2021 – Tra disillusione e speranza: riflessioni sul ‘male di vivere’ in Sofocle ed Euripide.

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12 Maggio 2021

Maggio Calatino, I Edizione 2021 - Tra disillusione e speranza: riflessioni sul 'male di vivere' in Sofocle ed Euripide.

Cos'è

Durante la giornata del sette maggio, presso il Convitto “G. Bruno” di Maddaloni, la Professoressa di Lingua e Letteratura greca del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Daniela Milo, ha tenuto una conferenza sul concetto del ‘male di vivere’, affrontato da autori tragici quali Sofocle ed Euripide. In vista della maturità e dato il peculiare argomento sostenuto, possiamo riconoscere con certezza la curiosità che tale incontro ha risvegliato in noi.

Commentando la lettura di un primo frammento sofocleo di incertae sedis, la relatrice introduce la tematica della precarietà della vita, veicolata dal personaggio di Menelao, il quale riflette sulla sua esistenza, così come sull’altalenante ed effimero destino dell’uomo. In tal caso, stando alla tradizione, è chiaro che qui venga presentato un Menelao alquanto insolito, illustrato come un comune mortale che paragona il suo destino al volto della luna, una luna piena, più luminosa, il cui destino la porterà a scomparire nel nulla.

Analizzato un ulteriore frammento di Sofocle, si è percepita nuovamente la fugacità della vita: “Con la stessa durata delle foglie del pioppo, così si consuma la vita”. L’immediata suggestione che ne viene è la poesia di Ungaretti che tratta dello stesso concetto (Si sta come/ d’autunno/ sugli alberi/ le foglie).

In Euripide, invece, Menelao ha connotazioni prettamente negative. Nell’analisi de “L’Elena”, come spiega la relatrice, egli appare contrassegnato da pessimismo ed inquietudine esistenziale, soprattutto per la propria condizione. Dunque vi è una grossa somiglianza con il frammento sofocleo precedentemente analizzato. Nelle parole di Menelao trapela una preghiera disperata: “[..] non può andarmi tutto sempre male”. Pertanto, vi è una volontà di uscire da questa statica condizione di precarietà nella quale è immerso l’uomo, di svincolarsi dal male di vivere che obnubila le sue giornate, e questa volontà si traduce con un messaggio di speranza.

Ascoltando attentamente la conferenza della professoressa Daniela Milo, è parso lampante come un tormento che affliggeva gli antichi greci, la sofferenza per la condizione insita dell’uomo, sia tutt’ora causa di angoscia nei nostri animi. Ancora una volta i classici dimostrano di essere più attuali che mai.

Gli Alunni della 5B Liceo Classico



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